lunedì, marzo 02, 2009

8 marzo 1981

Per l'8 marzo 1981 scrivevo a "Le Monde" queste righe. Molte cose sono cambiate da allora, lo ripropongo anche per poter ricordare com'eravamo.


Non è facile essere femminista per un uomo, ci vuole un notevole senso della giustizia, perché se per le donne femminismo è sinonimo di eguaglianza di diritti e doveri, visto dalla parte maschile è piuttosto eguaglianza di doveri e diritti. Il primo dovere che viene a mente è quello del servizio militare. Per giustizia, però, si deve ammettere che ci sono differenze tra uomo e donna che non si possono ignorare e che in un certo qual modo le donne fanno il loro servizio militare mettendo al mondo figlioli che saranno soldati o genitrici di soldati. Andrebbe perciò piuttosto riformato il servizio militare maschile, nove mesi di naia che capitino, come una gravidanza, in modo programmato od improvviso (con aborto proibito salve grave danno alla salute), seguito da un servizio civile simile al servizio compiuto oggi principalmente dalle donne per l’educazione dei figli.

Per l’eguaglianza dei diritti civili e politici, la Costituzione Italiana assicura nominalmente la piena parità.Nei fatti la parità non esiste al parlamento perché c’è una schiacciante maggioranza di uomini. Le donne, essendo il 51% della popolazione, potrebbero rovesciare la situazione se lo volessero.

Le donne oggi hanno la principale responsabilità della natalità, quindi del numero di persone attive e conseguentemente anche della potenza economica e militare della nazione.

La parità economica oggi non è raggiunta, sono principalmente gli uomini ad avere attività renumerate, mentre le donne svolgono di solito un lavoro non salariato ingiustamente sottovalutato. (quanto costa oggi mangiare al ristorante, lavare in tintoria e vivere in un appartamento ammobiliato con servizio di pulizia?). Ma se le donne non guadagnano, sono loro che gestiscono il bilancio familiare. Quando la moglie è a casa, il marito spende una parte minima del reddito, è la moglie che pensa alle spese correnti. Se le donne lo volessero, la bilancia dei pagamenti potrebbe essere largamente attiva se decidessero di comprare prodotti italiani.

Le donne sono un po’ come il biblico Sansone che aveva la forza nei capelli e non lo sapeva. Stanno prendendone conoscenza e hanno la forza necessaria per fare crollare questo mondo.

Esse devono però considerare che secoli di educazione del maschio (da parte delle donne) non possono essere cancellati in un attimo. Esse debbono perciò compatire gli uomini se, di fronte alla difficoltà di stirarsi una camicia, considerano che stanno soffrendo in nome della parità di diritti.

Contrapporre i sessi è una cosa contro natura, perciò preferirei non usare la parola femminismo che, come molti altri “ismi” curano un male ignorandone o creandone altri. Il giusto riconoscimento dei diritti e dei doveri delle donne, l’altra metà del cielo, come per tutte le altre minoranze più o meno oppresse, si ottiene semplicemente rispettando il nostro prossimo e applicando le sagge leggi della democrazia.
Giorgio Misuri