Il matto è tradizionalmente rappresentato da un giullare strabico a cui un cane strappa il fondo dei calzoni: i colpi bassi, li prende tutti lì. Non guarda dove mette i piedi, se sulla sua strada ci sono dei rospi ‑ non vi fate illusioni - sono tutti da ingoiare.
Il matto però ha una cintura d’oro e un bel vestito variopinto. Com’è che riuscito a racimolare tanta ricchezza? Beh! Appunto perché è matto! Se gli dite: “non andare là, che inciampi!”. Lui naturalmente non ascolta, cade e s’imbratta tutto, ma se per caso c’è una perla… la può trovare solo lui… perché è matto!
La gente dice spesso qualcosa di intelligente, magari solo quella che ripete per tutta la sua vita, il matto raccoglie una cosa di qua, una cosa di là ed è così che si è fatto quel bel vestito.
Il matto vale zero. Ma lo zero è uno strano numero: zero seguito da uno vale uno, ma uno seguito da zero vale dieci. Il matto vale di più se sta dietro gli altri… perciò è matto.
Nei giochi di carte il matto diventa il jolly che può prendere il posto di qualsiasi altra carta. Non è strano, il matto indifferentemente frequenta i sovrani come i barboni; però, se a fine partita rimane in mano, paga più di tutti. Il matto non fa pagare agli altri i propri errori, li paga di persona! E' proprio matto!
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