sabato, giugno 14, 2008

Creare il proprio futuro

Charles Fourier (1772-1837) è poco noto in Italia, ma la sua sete di libertà e di giustizia contro l'alienamento provocato dalla nascente civiltà industriale è attualissimo ancora oggi. Pensate: per poter godere di qualche ora di rilassamento e un mese di meritate vacanze, la maggior parte delle persone deve alzarsi presto la mattina, fare un mestiere che non ha scelto, tornare stanco la sera per abbrutirsi guardando insulsi telefilm.
Il pensiero di Fourier era di dare libero sfogo alle passioni: ognuno partecipi allo sforzo produtti­vo secondo le proprie inclinazioni e per il resto viva liberamente come vuole e con chi vuole. Secondo lui per far cessare i vizi della società civilizzata basta dar fiducia alle indicazioni date dall' attrazione passionale, questo impulso dato dalla natura anteriore alla riflessione e persistente malgrado l'opposizione del dovere, del pregiudizio ecc.
Sosteneva, non senza qualche ragione, che il costringere le persone a delle regole e contrarie alla loro natura e quindi mal sopportare porta all'ipocrisia, la falsità. È alienante. Naturalmente al suo tempo fu trattato da pornografo perché preconizzava la liberazione della donna e scrisse anche un libretto elenco analitico dei cornuti (V. Wikipedia Charles Fourier, più completo in francese e inglese)
Furono fatti vari tentativi, tutti falliti, di formare una società come aveva pensato. Per lui il falansterio era un incrocio tra la falange e il monastero ed era una struttura produttiva (agricola) autosufficiente con vasti spazi comuni, spazi privati, laboratori ecc. Fourier, commentato anche da Carlo Marx, è considerato un socialista utopico ma vale la pena riflettere sulle costrizioni della personalità che la produzione di massa comporta anche alla luce degli anni che ci attendono con scarsità di risorse energetiche, minacce ambientali e persino ristrettezze alimentari.
Prendiamo uno stabile cittadino di cinque piani con dieci appartamenti e cioè dieci cucine, dieci salotti, venti televisori, con persone che a malapena conoscono il nome dei coinquilini scritto sui campanelli. Ogni mattina si disperdono verso venti posti di lavoro che raggiungono dopo un'ora di stressante stop and go in chilometrici ingorghi.
Confrontatelo un'impresa in un'amena località turistica con dei dipendenti, tutti amici, che vivono in una casa-vacanza fatta di monolocali, ma con grandi spazi comuni e in cui ognuno dà un contributo al benessere comune col proprio lavoro secondo le proprie inclinazioni. Le giovani madri si occuperanno dell'asilo, chi ha il pollice verde del giardino e dell'orto, chi ha la vocazione dell'insegnamento della scuola e altri dell'azienda. Niente stress da spostamenti quotidiani, un servizio di “car sharing” se c'è bisogno dell'auto ecc.
Risultato: rilassamento e serenità, si esce dal lavoro e si continua ad essere tra amici per fare sport o altre occupazioni ricreative. Vacanze tutto l'anno!
Utopia? Ci sono esempi di piccole comunità che vivono in questo modo. Negli anni '70, quando i programmatori di computer erano pochi, richiestissimi e sempre pronti a cambiare ditta per migliorare, le aziende informatiche inglesi si spostavano in piccoli centri fidelizzando i dipendenti che si costruivano la casa, stringevano amicizie e diventavano meno propensi a spostarsi.
Le imprese che agiscono così esistono e sono lungimiranti, sanno che la qualità della vita è importante quanto lo stipendio. Siamo in un paese libero, ci possiamo organizzare come vogliamo. Le telecomunicazioni, la rete, l'informatica per molti mestieri non ci costringono a concentrarci in congestionate metropoli.
Giovani, non restate intrappolati in una società opprimente. I vostri nonni hanno dato la vita per la libertà, voi dovete continuare la loro battaglia senza bisogno di versare sangue: occorre solo partecipare all'organizzazione politica ed economica con intelligenza e amore.
© Creative Commons Giorgio Misuri 2008 Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 3.0 Unported

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bertrand Russell lo prende in giro per la sua foga da "calvinista", ma ha segnato anche la strada per la conquista del "nuovo mondo" in ofrma non direttametne colonialista. . C'è ora la traduzione in italiano della più completa biogafia di Fourier: Jonathan Beecher, "F. Il visionario e il suo mondo": l'editore Massari (erre.emme@enjoy.it) cerca diffusori del libro (euro 20) per creare anche in italia un incontro fourierista. con l'appoggio della asociazxione che esiste in Francia.