domenica, gennaio 04, 2009

Disinformazione - Sgarbi e i professionisti dell'antimafia


Nella parte evidenziata in grigio dell'articolo della “Nazione” sono riportate le ragioni che hanno indotto l' “Associazione nazionale vittime di mafia” ad opporsi alla concessione della cittadinanza onoraria del comune di Salemi alla vedova di Borsellino. Ecco come lo espongono:

Contro l'idea, incitando la vedova a riflettere, s'erano schierati non solo la Alfano, ma anche Rita e Paolo Borsellino, fratelli del giudice. Contrari perché "Sgarbi è un pregiudicato condannato per truffa nei confronti dello Stato"


Il virgolettato NON è corretto, controllate con cosa c'è scritto nel sito dell'associazione sotto il titolo “Agnese Borsellino vittima di uno sporco agguato" (La vedova di Borsellino era andata a far visita ad un presepe vivente e Sgarbi ne ha approfittato per contattarla)

“...il soggetto Sgarbi non è solo stato condannato per il reato di falso e truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato ma soprattutto nel 1998 è stato condannato dalla Cassazione per diffamazione aggravata sulle indagini del pool antimafia di Palermo, guidato da Gian Carlo Caselli. Il 7 aprile 1995, come si può leggere su Wikipedia, lesse al Tg5 una lettera sui «veri colpevoli» dell'assassinio di Don Pino Puglisi non rilevando le generalità essendo priva di firma ma attribuita ad un sedicente amico del sacerdote assassinato; la missiva accusava come mandante il procuratore Caselli e come killer Leoluca Orlando. Ma chi è Giancarlo Caselli, se non colui che è stato considerato l'erede naturale di Falcone e Borsellino e colui che ha ripristinato a Palermo i metodi del Pool? Credo la signora sappia meglio di tutti quanto Caselli ricordi il dottore Borsellino soprattutto nel suo lavoro quotidiano. Caselli non è un assassino, è un piemontese canuto che ha fatto arrestare Piddu Madonia, Nitto Santapaola, Giuseppe Pulvirenti, Leoluca Bagarella, ma anche Calogero Mannino, Bruno Contrada, ed è riuscito a provare che Andreotti fino all'80 tramava con la mafia. Sono certo che quando la signora Borsellino saprà o ricorderà con dolore gli atti quotidiani indegni di questo pregiudicato, per io nutro un profondo disprezzo, rifiuterà con sdegno la proposta ricevuto in quell'agguato senza per questo mancare di rispetto tutti quei cittadini di Salemi onesti che sono diversi sia dai Salvo che dal pregiudicato Sgarbi.”

Ecco alcune considerazioni che ogni persona sensata può fare:

- Non è stato dato spazio all'Associazione per esporre il suo punto di vista

- Il virgolettato è incompleto ha omesso intenzionalmente la parte della frase “..ma soprattutto nel 1998 è stato condannato dalla Cassazione per diffamazione aggravata sulle indagini del pool antimafia di Palermo...” senza mettere punti di sospensione indicando che non è una frase completa. Si dà per opinione dell'Associazione quello che è opinione dell'articolista.

- Il passo in cui si accenna alle ragioni del dissenso sono furbescamente messe in fondo all'articolo.

- 67,5 cm di colonna per esporre le ragioni di Sgarbi contro 2,5 cm per le ragioni dell'Associazione familiari vittime di mafia. E' come sparare col cannone a un passerotto!

Chi frequenta internet può facilmente smontare queste strumentalizzazioni dell'informazione, ma questo costa tempo! Perciò siamo vittime della disinformazione.

- Un giornale che riporta un virgolettato incompleto è falso! Non merita fiducia! Dovrebbe licenziare il giornalista che non fa seriamente il suo lavoro.

- Quando si scrive di una persona, la si deve contattare e lasciarle esporre le sue opinioni. In questo caso le opinioni sono ben chiare sul sito e non c'è scusa!

- Quando il giornalista riassume un'intervista, per correttezza sarebbe giusto far controllare il riassunto dall'intervistato lasciandogli qualche parola di giudizio (ma questo non l'ho mai visto fare)

- Le smentite dovrebbero avere la stessa evidenza dell'articolo contestato.

Inoltre il giornale dà ampio spazio a tragedie estere e nazionali, delinquenza, calcio, pettegolezzi nascondendo di fatto il malaffare. Dove è finito il giornalismo d'inchiesta che anticipava il lavoro della magistratura?

Per evitare la disinformazione, occorre finanziare una stampa onesta. Si può trovare su internet!

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