giovedì, gennaio 15, 2009

Le virtù dei ricchi


Pare che Einstein abbia detto “certe cose molti pensano siano impossibili da fare, finché arriva uno sprovveduto che non sa che non si possono fare e le fa”. (Se qualcuno riesce a rintracciare la citazione esatta, me la mandi. Comunque se non è vera, è ben trovata).

Tra le cose “impossibili da fare” c'è il bisogno di evitare la catastrofe ecologica prossima ventura. Tutti invocano provvedimenti statali e internazionali, Obama, l'Onu ecc. Ve l'immaginate quanto avrebbe vita lunga un governo che – in previsione di un bene futuro – razionasse la benzina, contenesse i consumi voluttuari antiecologici ecc.? Nel novecento ci sono stati governi che volevano imporre un nuovo ordine e si sa che fine hanno fatto.

Sperare che l'ordine sia organizzato e imposto dall'alto è utopico, tutti se ne rendono conto e così si ode un coro di rassegnate lamentele e di sospiri impotenti.

Eppure questa situazione è già stata vissuta dall'umanità ed è stata [dopo lungo travaglio] risolta. Pensate ai primi secoli della nostra era. Il diritto romano rovesciato, invasioni, guerre, fame... In questo marasma di iniquità si sono formate piccole isole di solidarietà intorno a persone buone che predicavano l'amore per il prossimo. L'amore del prossimo! In una società in cui era di cattivo gusto, ma non illegale, uccidere il proprio schiavo? Potevano essere maggiormente illusi? Eppure queste piccole comunità si sono sviluppate, hanno avuto bisogno di luoghi di assemblea sempre più grandi, sono state costruite chiese che hanno rivaleggiato in grandezza con i palazzi dei potenti e i potenti hanno dovuto tener conto di questa nuova realtà.

Con la mentalità di oggi si pensa che sia stata la superstizione, l'indottrinamento acritico, i giochi di potere a modellare la società. E' vero, c'è stata una continua lotta tra potere temporale e religioso con rimescolamenti o addirittura scambio di ruoli, tutto e sempre a scapito del popolo.

Il madornale errore che fanno le persone di scarsa cultura è di giudicare gli altri secondo il proprio metro. In quei secoli c'era l'analfabetismo di massa e le persone che sapevano leggere e scrivere avevano i pregiudizi della loro epoca così come noi abbiamo quelli della nostra.

Le persone istruite erano poche e quelle colte pochissime. Una persona istruita è come il Don Ferrante dei “Promessi Sposi” che, sapiente in astrologia, dimostrava come il contagio non potesse esistere, non prese precauzioni e morì. Perfetto esempio di coerenza dogmatica. La persona colta è quella che non solo ha l'istruzione, ma l'accompagna di un sano senso critico e creatività!

Tralascio la storia di persecuzioni, eresie, crociate, rivoluzioni, riforme ecc. Il piccolo seme di solidarietà è cresciuto, si è istituzionalizzato, è entrato nelle costituzioni degli stati e nelle istituzioni. Le piccole “isole” di solidarietà si sono ingrandite e tra di esse un occhio di riguardo meritano le abbazie.

Date un'occhiata all'abazia di Chiaravalle con i suoi magazzini, luoghi di lavorazione dei prodotti agricoli... oltre che luogo di culto era una grande e ben organizzata azienda agricola con centinaia di conversi (laici equiparati ai monaci) ed è una cosa logica: a capo c'erano persone che sapevano di greco e di latino e così come sapevano ordinare bene le parole, erano in grado di ordinare bene le cose.

La storia delle abbazie è affascinante e la loro crescita è dovuta all'intelligente ordinamento voluto da S. Benedetto. Ci sono dei precetti che oggi fanno sorridere, come per esempio dormire vestiti per non suscitare passioni sconvenienti. Se l'abate era colto, i frati non lo erano tutti e le loro passioni dovevano essere controllate. Si accusa la chiesa di essere sessuofobica, ma in quell'epoca non era irragionevole. Oggi un affare di corna – salvo qualche eccezione – si risolve con un divorzio, allora si risolveva a coltellate! Inoltre una famiglia che si sfalda va a creare problemi in altre due che non stanno bene. Una reazione a catena, un'atomica sociale! Senza contare che il matrimonio indissolubile era un'assicurazione sulla vita per le donne difendendole da stupri e da abbandoni.

La paziente opera di educazione, di costruzione, di esempio, di efficienza amministrativa della chiesa piano piano, dopo secoli, ha dato dei frutti. L'amore non si può imporre dall'alto. Tutte le volte che la chiesa ci ha provato, ha fallito.

Cambiare le sciagurate abitudini antiecologiche di oggi è utopico quanto lo era una volta la speranza di diffondere l'amore per il prossimo ed è impensabile imporlo a livello statale. Nel novecento i regimi dittatoriali hanno provato a riformare le coscienze col risultato che si è visto. Però, a somiglianza delle abbazie si possono creare piccole “isole” ecologiche; è più complicato di allora perché non c'è l'aiuto della speranza in una vita eterna e il pungolo della superstizione, l'autorità che viene dall'alto. Oggi la maggior parte delle persone non crede o si disinteressa di una vita eterna, e quindi l'enorme forza di convincimento della superstizione non può operare, deve sopperire la paura del disastro ecologico che può diventare molto doloroso tra una cinquantina d'anni e disastroso in un paio di secoli. I nostri figli e nipoti ci saranno. Siamo proprio indifferenti alla loro sorte? Basterà a motivare i (tutto sommato blandi) sacrifici che un ambiente vivibile richiede?

La via per cambiare c'è, cominciamo a creare “isole” ecologiche. Cominciamo dalla casa: isolamento, risparmio, solare termico e fotovoltaico. Possiamo riunirci in piccoli gruppi e creare redditizie aziende ecologiche. Chi non può o non vuole parteciparvi può investire il proprio denaro in quelle attività e non darlo ciecamente a squali finanziari.

Abbiamo la responsabilità dei ricchi. Nel cinquecento, la borghesia mercantile fiorentina aveva immense ricchezze e quando questi ricchi avevano mangiato a crepapelle, avevano problemi di gotta. Anche i piaceri sensuali avevano un limiti (tanto più che a desiderare la donna d'altri causa spiacevoli problemi), allora usavano le loro ricchezze per circondarsi di artisti come Brunelleschi o Michelangiolo, di poeti, di filosofi, scienziati come Galileo, finanziavano chiese e abbazie e la loro ricchezza si spandeva anche sulla città facendo la prosperità di artigiani e operai.

Noi siamo i nuovi ricchi del pianeta e abbiamo la responsabilità dei ricchi. Siamo responsabili dei nostri risparmi; sono pochi, sono gocce d'acqua, ma raccolti dalle banche formano un oceano. Non possiamo ignorare come queste immense ricchezze sono usate, dobbiamo scegliere dove impiegarle, dobbiamo verificare l'eticità degli investimenti delle banche, seguire i progetti finanziati. Internet lo permette!

Quando ero bambino mi hanno raccontato questa storia: c'era una volta un calzolaio che viveva allegramente e cantava tutto il giorno. Il suo canto disturbava il vicino che, per farlo smettere, gli dette alcune monete d'oro. Il calzolaio non aveva mai avuto una tale ricchezza, non sapeva dove nascondere quel tesoro, aveva paura dei ladri, non dormiva la notte. La sua vita era diventata un inferno, finché non si decise a restituire le monete d'oro e finalmente tornare a cantare.

I ricchi possono permettersi molti sfizi, non hanno il problema del pane quotidiano, in compenso hanno molte responsabilità, pensieri, scrupoli. La virtù non è dei poveri, i poveri sono virtuosi perché i vizi costano, la virtù è dei ricchi. Per vincere la battaglia ecologica, ci tocca ad essere virtuosi!

2 commenti:

Sonia Toni ha detto...

Caro blogger, i temi da te analizzati sono molto interessanti e, come non condividere la tua esposizione dei fatti? Quello che mi lascia perplessa è l'eccesso di citazioni le quali, pur rispecchiando fatti reali hanno anche qualche debolezza: risiedono quasi tutte nel passato e, soprattutto, molto spesso si scontrano pesantemente con la realtà delle cose. Con il quotidiano e con l'approccio che ciascuno di noi ha con i medesimi problemi. Inoltre, il contenuto di tali citazioni può centrare perfettamente l'atteggiamento di un certo numero di persone ma non identificare per niente altre. Nel tuo post inoltre hai toccato secoli e secoli di storia e per rispondere ad ogni passo da te menzionato temo che mi ci vorrà più di un commento. Per adesso mi limito a rispondere alla tua citazione sul "divieto" ad inquinare di un fantomatico governo. E' vero che in passato, quando è stato tentato di imporre certi divieti e/o sacrifici, il popolo bue ha sempre risposto picche ma è altrettanto vero che è la prima volta che ci troviamo col sedere su una polveriera e siccome cominciamo ad esserne consapevoli e stufi, forse, chissà, adesso saremmo anche disposti a fare qualche piccolo sacrificio per migliorare la qualità della nostra vita, dei nostri figli e del nostro povero Pianeta. Un caro saluto e alla prossima.

Giorgio Misuri ha detto...

Questo aspetto non mi è estraneo. In altro post ho scritto:

Non a tutti è dato essere razionali, allora bisogna parlare al cuore. Le cose ragionevoli possono essere fatte per amore, paura o superstizione. La cosa è alquanto comoda, perché evita di studiare prendendo soluzioni già pronte. In altre parole questo è “pensare con la testa degli altri” ed è all'origine delle ideologie.

Noi vogliamo una “decrescita felice”, le persone razionali sanno che è inevitabile e gli scienziati fanno calcoli sulle vari modi di evitare il disastro ambientale, ma come convincere coloro che razionali non sono? Faranno le cose ragionevoli per amore, paura, imitazione (un'altra forma di superstizione) e per bisogno.