lunedì, maggio 25, 2009

LA TRAPPOLA!

Vivi e lascia vivere, godi il momento presente, dai sfogo alla tua creatività, non aver paura di essere trasgressivo, viva la libertà! Sii te stesso e non quello che la gente si aspetta da te e se ti viene una voglia... toglitela!.

Essere spontanei e senza pensieri è bello, ma è una trappola. Non si può vivere soli e quello che piace a me può urtare gli altri. Se devo stare attento agli altri, non posso essere spontaneo. Bisogna arrivare a un compromesso, e non è facile! Gli altri sono sensibili a particolari che a noi non passano nemmeno per la testa. Faccio un esempio.

Conoscete la differenza tra il tipo allodola e il tipo civetta? Il tipo allodola è quello che sostiene sempre che “il mattino ha l'oro in bocca” e alle sei è già in piedi e in piena attività, ma al TG della sera gli si chiudono gli occhi e va al letto con le galline.

Al contrario il tipo civetta non si alza prima delle nove, è al massimo dell'attività alle nove di sera e non va al letto prima di aver ascoltato il TG della notte.

Quando due tipi così si sposano, non possono essere spontanei. Ci sono continui litigi. Lo stesso avviene col tipo ordinato e quello disordinato. Di tratti così ce ne sono a centinaia, come quello che non saluta perché era sprofondato nei propri pensieri e passa per uno scorbutico, o il pignolo che ti ripete per quattro volte la stessa cosa come se tu fossi uno scemo, quello che ti telefona al momento meno opportuno e si offende anche quando lo mandi a quel paese.

Le coppie di persone che sono “se stesse” sono candidate presto o tardi a litigare. Se non litigano, imparano a sopportarsi, ma quello non è certamente “essere se stessi!”

Eppure è possibile esserlo e non urtare gli altri, ma non può essere un “se stessi” spontaneo, deve diventare un “se stessi” intelligente.

Detto in due parole, bisogna conoscersi e conoscere gli altri. Allora ci si può permettere di essere spontanei quando l'interlocutore lo accetta volentieri e cambiare compagnia o controllarsi quando quell'atteggiamento è negativo. Prima di arrivarci, però, bisogna allenarsi. Questa fase dura qualche tempo, ma dopo tutto diventa spontaneo. L'alternativa è “non essere capiti”, mancare di compagnia, isolarsi e nei peggiori casi cadere in depressione.

venerdì, maggio 15, 2009

Indice dei miei post


Indice dei miei post
Giorgio Misuri, informatico e scrittore, ha lavorato a lungo in istituti di ricerca internazionali (INFN, CERN) dove per lavoro e per hobby si è appassionato ai problemi di comunicazione tra uomo e macchina e, per inevitabile estensione, alla comunicazione inter- e intra-personale e all’ importanza dei simboli nella strutturazione dei complessi sistemi socio-tecno-economici di cui naturalmente l’uomo è l’ elemento fondamentale.
Il suo impegno in politica è la logica conseguenza della sua esperienza

lunedì, maggio 11, 2009

Se hai una voglia... Toglitela!

Questo è il subdolo messaggio
che ogni giorno ci manda la pubblicità!

Questo spensierato messaggio di libertà ha degli effetti devastanti sulla vita personale, sociale e ambientale!

Il risultato è una società di obesi stressati dal lavoro o dalla mancanza di lavoro per procurarsi dei beni sempre insufficienti per essere veramente felici.

L'avidità ha fatto comprare obbligazioni e azioni che si sono rivelati per quello che erano: pezzi di carta che promettevano fantastici interessi.

L'ambiente saturo di rifiuti ingestibili si depaupera e rischia di collassare.


I grandi ideali religiosi di altruismo, il desiderio di appartenere a una comunità nazionale, a una società giusta sono stati traditi, ma non devono essere dimenticati! Occorre di nuovo aver fede nella Giustizia e nella possibilità di cam­biare. Questo è il compito della POLITICA nella sua migliore accezione. Lasciar libero sfogo a sentimenti di impotenza, sensualità, egoismo, avidità non procura felicità, ma solo stress, disoccupazione e miseria.

Per farlo occorre saper resistere alle sirene della pubblicità, conoscere i sottili condizionamenti che ci fanno agire da burattini e non da persone consapevoli.

Uscire dai condizionamenti richiede una lunga "ginnastica mentale", lo hanno fatto tutti i grandi di questa terra.
Con l'istruzione che abbiamo oggi ognuno lo può fare, i sottili metodi di condizionamento della pubblicità possono essere adoperati per la nostra felicità e non per l'arricchimento o la sete di potere altrui.


Cambia te stesso, cambierà la società, l'economia e la natura!

giovedì, maggio 07, 2009

L'Oratore


In tempo di elezioni si ascoltano tanti oratori. Riconoscete il tipo?

T’hanno incastrato, t’hanno inchiodato,
tu l’hai voluto, ci sei caduto,
or ti dimeni, più non ti freni,
ti manca l’aria, hai l’orticaria,
tu vuoi uscire, devi sorbire,
discorsi solenni, verità perenni,

e l'oratore
senza pudore,
fraseggia, traccheggia,
volta, e rivolta,
concetti, perfetti,
logica profonda,
patologica... ma feconda!

Tu vuoi che smetta, hai tanta fretta,
ma come parla... Ih! Come ciarla,
quando finisci, dai... compatisci,
(e l'oratore
senza pudore,
fraseggia, traccheggia,
volta, e rivolta,
concetti, perfetti,
logica profonda,
patologica... ma feconda!)

Ecco, s’è calmato, oddio ha finito,
sogno beato, momento ambito,
che emozione!
La CON-CLU-SIO-NE!

E l'oratore...
(fa una pausa, tossicchia, aggiusta il microfono)
e con voce greve continua…
“Sarò breve!”

L'unità Sanitaria Locale


La gioventù è una malattia, col tempo passa
è solo follia, ti spreme e sconquassa
Non ridere! Anche tu sarai vecchio,
tu pensi a vivere, ma guarda lo specchio:
Non avrai il conforto dei figli lontani
ti mancherà il supporto dei contatti umani,
ma conta pure sull'appoggio leale
e le disinteressate cure
dell'Unità Sanitaria Locale

Fumi, balli, stravizi,
ti sdai, ti sveni, pe' tuoi ghiribizzi
ma al primo dolore, per carità non gridare
aiuto dottore! mi devi salvare
è per chi sta male
l' Unità Sanitaria Locale

Il vivere eterno, lo puoi conquistare
con fare paterno e il tuo operare
per non tribolare, oh tu festaiolo
e poi spirare solo, ma solo
ci devi pensare all'ora fatale
e non incolpare
l' Unità Sanitaria Locale

Viver felici sani e contenti
con tanti amici come cari parenti
è da conquistare, se non vuoi finir male
e vituperare
l'Unità Sanitaria Locale

ma cosa ti piglia, come puoi dirne male
se a te poi somiglia ed ha un'aria spettrale
non è una famiglia!
l'Unità Sanitaria Locale

Dedico questa poesia a tutti gli operatori sanitari che con pazienza e senso del dovere ci curano quando stiamo male e invito i "pazienti" ad essere pazienti, a rivendicare i giusti diritti, col dovuto rispetto a chi lavora per soddisfarli.

Un omaggio floreale



«In questo luogo ospitale,
c'è il calor dell'amicizia,
un benessere totale,
un gran senso di letizia;

ed io sono in imbarazzo:
con me, ho solo un fiore
e vorrei averne un mazzo
da donar con tanto amore.

Con me porto una rosa
Delicata...
Vellutata...
Odorosa...
Ma in fondo, che importa,
pensa un po’… è il sentore
più di tutto che conforta?
oppur dimmi, è il colore?

No... Ben più di ogni cosa
quel che conta è il pensiero
ed io ti porgo il pensiero...
... senza la rosa»
(c) Giorgio Misuri 1985

sabato, maggio 02, 2009

Il capitalismo, può diventare virtuoso?

Pare che Lenin abbia affermato che “Il capitalista ti venderebbe anche la corda per impiccarlo”. La sete di guadagno potrebbe rendere virtuoso il capitalismo?

Gli effetti perversi della sete di profitto sono noti, ma la ribellione della classe operaia ha costretto il capitalismo selvaggio di fine ottocento a concedere le otto ore e altri benefici.

Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Pur di vendere oggi la pubblicità solletica la sensualità, l'avidità, l'orgoglio dei potenziali clienti. Il cambio epocale per un mondo socialmente ed ecologicamente equilibrato, passa per il rifiuto di cedere alle lusinghe che stimolano sensualità, avidità e orgoglio: il capitalismo si adeguerà e diventerà virtuoso se NOI saremo virtuosi!

Umberto Eco contro la cattiva informazione

Da un comunicato stampa del CICAP (Il CICAP è un'organizzazione educativa e senza finalità di lucro, fondata nel 1989 per promuovere un'indagine scientifica e critica sul paranormale. Fa parte dell'European Council of Skeptical Organizations) riprendo la dichiarazione di Umberto Eco.

Quello che scrive si adatta non solo alla divulgazione di leggende pseudoscientifiche, ma a tutti i campi della comunicazione.

«Ritengo che l’attività del CICAP sia un atto civile e morale necessario» dice Eco. «Purtroppo come tutti gli atti civili e morali necessari, cioè predicare il bene, la non violenza… è una gran perdita di tempo, è destinato alla sconfitta perché c’è il male nel mondo e così via. Allora bisogna smettere? No, perché anche a rischio di essere retorico, la verità, la giustizia vanno sempre proclamate e sfortunati quei paesi in cui facendo male non c’è neanche qualcuno che dice che è male farlo. Però credo che una funzione si possa avere: non di convincere il credulo, ma almeno di indurre le sedi responsabili, i quotidiani, i settimanali, la Rai di non incrementare la credulità e di non favorire quelli che io chiamo i "mercanti dell’assoluto", coloro cioè che sulla credulità ci campano. Questo non risolve, non risolverebbe, non risolverà completamente il problema ma almeno può mantenerlo entro dei limiti. Voglio dire, alla fine il credulo vuole essere credulo: continui, è suo diritto sancito da tutte le costituzioni ma almeno non si dirà che c’è qualcuno che per fare audience e per fare copie specula sulla sua credulità».