Quello che scrive si adatta non solo alla divulgazione di leggende pseudoscientifiche, ma a tutti i campi della comunicazione.
«Ritengo che l’attività del CICAP sia un atto civile e morale necessario» dice Eco. «Purtroppo come tutti gli atti civili e morali necessari, cioè predicare il bene, la non violenza… è una gran perdita di tempo, è destinato alla sconfitta perché c’è il male nel mondo e così via. Allora bisogna smettere? No, perché anche a rischio di essere retorico, la verità, la giustizia vanno sempre proclamate e sfortunati quei paesi in cui facendo male non c’è neanche qualcuno che dice che è male farlo. Però credo che una funzione si possa avere: non di convincere il credulo, ma almeno di indurre le sedi responsabili, i quotidiani, i settimanali, la Rai di non incrementare la credulità e di non favorire quelli che io chiamo i "mercanti dell’assoluto", coloro cioè che sulla credulità ci campano. Questo non risolve, non risolverebbe, non risolverà completamente il problema ma almeno può mantenerlo entro dei limiti. Voglio dire, alla fine il credulo vuole essere credulo: continui, è suo diritto sancito da tutte le costituzioni ma almeno non si dirà che c’è qualcuno che per fare audience e per fare copie specula sulla sua credulità».
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