giovedì, dicembre 11, 2008

La pubblicità programma il nostro subconscio. Ribelliamoci!

C'è solo una parte di ragione nell'opinione molto comune che le religioni imbottiscano il cranio con assurde superstizioni. Difatti la predicazione modifica il subconscio delle persone e le intruppa in comportamenti stereotipati intenzionalmente buoni, ma data la natura umana anche perversi.

Il nostro subconscio è in parte animale (aggressività, sessualità) e in parte culturale (educazione, civismo). La predicazione religiosa, nel bene, ha diffuso il principio di “non fare ad altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”.

Con la cultura di duemila anni fa era difficile capire l'essenzialità di questo principio per una vita sociale pacifica e costruttiva. Molti hanno aderito per paura di una punizione o nella speranza di un compenso nella vita eterna o addirittura per costrizione fisica.

Nel secolo scorso, grazie alla radio e al cinema, la propaganda dei regimi dittatoriali ha superato la predicazione e hanno programmato il subconscio delle masse producendo persone che per un alto ideale erano pronte al sacrificio (e si sono sacrificate!).

Le persone che, nei secoli, si sono ribellate all'indottrinamento generale erano una minoranza con una grande forza di spirito e spesso con sacrificio. All'interno della Chiesa cattolica ci sono state eresie, martiri, ma anche spiriti ribelli che hanno riformato la chiesa per poi essere innalzati alla gloria degli altari. San Francesco è il più noto. I regimi totalitari sono stati scalzati da minoranze animate da spirito di giustizia e libertà.

Oggi sembra che tutto questo sia storia passata, che non si ripeterà più. Pericoloso sbaglio! La predicazione e la propaganda sono state sostituite dalla pubblicità con effetti peggiori.

La pubblicità non ha lo scopo di predicare il bene, di fare grande la patria oppure di far vincere un ideale di fratellanza universale. Lo scopo della pubblicità è solo di vendere!

Per vendere regala spettacoli in TV, ma è un regalo interessato. Un dirigente TV ha detto che il suo scopo è di “Vendere spettatori alla pubblicità”. Per farlo, come succedeva con la predicazione e la propaganda, programma il nostro subcosciente!
Predicazione e propaganda stimolavano l'altruismo, il desiderio di una grande patria, un grande ideale e quindi ad un maggiore civismo. La pubblicità, invece, mira a vendere e per questo si avvale dell'aiuto della parte animale del nostro subconscio: avidità, orgoglio, sensualità, egoismo.

Non ci illudiamo di essere liberi perché lo stato non è totalitario. Hanno imbottito la nostra memoria di concetti che ci portano inconsapevolmente a prendere certe decisioni di consumo e politiche che sono controproducenti per l'ambiente e lo Stato. Sono le nuove superstizioni, i nuovi indottrinamenti ai quali, come nei secoli precedenti, siamo chiamati a ribellarci! Ci vuole una spiritualità laica!
Giorgio Misuri

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