La cosa più stupida che una persona possa credere è quella di essere intelligente e soprattutto di essere più intelligente di coloro che sono vissuti negli ultimi duemila anni. Non mi riferisco alla dotta ignoranza socratica (io so di non sapere e quindi ne so di più di coloro che non sanno di non sapere!), mi riferisco all'illusione di fare ragionamenti.
Da diecimila anni a questa parte il cervello umano non si è evoluto come la società. Lo stesso modo col quale gli antichi credevano a delle sciocchezze continua ancora oggi con nuove sciocchezze.
Noi non ragioniamo, facciamo solo associazioni di idee (per lo più senza fondamento).
E' facile da dimostrare. A un selvaggio è inutile spiegare come funziona una bussola, ma se gli dite che c'è un folletto che gira l'ago verso la stella polare, gli diventa tutto chiaro. Ad un saputone del XXI secolo, spiegate che l'ago punta al nord perché c'è un campo magnetico, ma la terra non è una calamita e sul campo magnetico ne sa quanto il selvaggio sul modo di comandare i folletti.
Ragionamento è solo quello scientifico. Quando applico un teorema, faccio una sequenza di associazioni che ha la stessa coerenza del teorema, ma bisogna ancora vedere se applico il teorema giusto.
Avere l'umiltà di sapere di non sapere ed essere cosciente di fare associazioni che possono essere corrette, ma non sono sempre quelle giuste da fare è il primo passo per essere uomini sicuri della propria insicurezza e pronti ad affrontare la vita armati di buon senso.
Per duemila anni (trascuro i precedenti) siamo stati guidati da grandi favole. Ci sono state le parabole del Vangelo, la favola comunista di un mondo senza ingiustizie economiche, la favola fascista dell'ordine sociale e dell'orgoglio nazionale. Quali favole ci guidano oggi? Lo ha detto un responsabile di una rete televisiva: “Noi vendiamo spettatori alla pubblicità!”.
Le favole moderne sono distribuite dalla pubblicità.
La storia ci insegna che nessuno impara qualcosa dalla storia. Questo fatto è già stato affrontato dai nostri predecessori e qui ricordo la riforma del teatro fatta da Goldoni in cui si comincia a recitare “a soggetto”. Prima c'era la commedia dell'arte, si recitava in base ad un impreciso canovaccio e gli attori, per uscire da sviluppi imprevisti e imbarazzanti dell'azione, ricorrevano a lazzi, volgarità e scemenze pur di tener viva l'attenzione degli spettatori. Goldoni, per porre freno a questa decadenza che tra l'altro faceva diminuire il numero di spettatori, introdusse la commedia interamente scritta.
E' quello che sta succedendo oggi con la TV. Pur di “vendere” spettatori alla pubblicità, la TV fa perno su tutte le debolezze umane: sensualità, interesse, furbizia, avidità, sangue... e queste sono le favole che guidano la nostra gioventù. Si lasciano trascinare semplicemente perché così è fatto il cervello umano, c'è quasi da rimpiangere la grandiosa retorica comunista e fascista che preparava uomini forti, seguaci di grandi ideali di fraternità e di progresso.
Come si esce da questo? Come hanno fatto tanti nostri antenati: prendendo esempio da coloro che nella storia non si erano lasciati influenzare dalla pubblicità dell'epoca (profeti, filosofi, condottieri, santi, statisti, scienziati) e scegliendo e comprando l'informazione.
L'informazione regalata diverte, ma lo fa per indirizzare l'attenzione sulla pubblicità che per vendere fa leva sugli istinti più bassi che rendono l'uomo simile all'animale.
Scegliere e comprare informazione vuol dire immettere nella nostra memoria ciò che noi vogliamo e costruirci come noi desideriamo.
E' importante cominciare con i bambini: per principio NON si compra quello che è pubblicizzato in TV; si comprano DVD e libri ben scelti, ci sono canali satellitari adatti, c'è scienza, storia, giochi istruttivi, amicizia con genitori e bambini animati dello stesso spirito... Per i giocattoli, si possono costruire con pochi mezzi e saranno giocattoli UNICI, fatti da mamma e papà. I più semplici, i più belli e anche i più economici.
Per gli adulti la strada è più dura. Ormai la nostra memoria è inquinata da decenni di esposizione a messaggi che subdolamente incitano a decidere d'impulso, per moda, falsando i criteri di importanza, privilegiando l'avere sull'essere. E' sempre stato così, ma sempre ci sono state persone che si sono sottratte a quest'influenza.
La prima cosa da imparare è che ad ogni verità, se ne può opporre un'altra uguale e contraria (lo yin e lo yang dei cinesi) o, per dirla all'occidentale, “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”.
Poi bisogna, come per i bambini, bisogna scegliere e comprare l'informazione scartando quella "regalata". Libri, DVD, Internet, giornali (non uno solo, ma diversi e quelli che contengono molta pubblicità in pratica sono regalati. Come la TV, i giornali vendono lettori alla pubblicità)
La strada per non diventare schiavi è di non prostituirsi, di non vendersi. Molti per uscire dallo stato di sonno hanno bisogno di un leader che li guidi. Ci si può rivolgere a quelli del passato (profeti, filosofi, santi, condottieri, scienziati, statisti) che sono tuttora validi, ma nell'ultimo secolo si sono aggiunti alcuni importanti psicologi e soprattutto l'esperienza degli scienziati informatici nel trasformare le idee che avevano in testa nei complessi strumenti tecnologici che popolano la nostra esistenza. L'informatica è “filosofia in azione”, la parola diventa azione (tutti i mesi ricevete le bollette da pagare a casa) così come dovrebbe diventare azione il pensiero che avete in testa; dovrebbe far muovere il vostro corpo coerentemente con la vostra intenzione per ottenere il risultato voluto. Ci riuscite?
Una volta decisi a non essere “venduti” occorre “creatività”. A farne sentire la necessità contribuiscono il caso, la necessità, le crisi, la disperazione; ma non basta voler essere creativi per riuscirci, occorre uscire dal pensiero comune, leggere, studiare i comportamenti per poter decidere il proprio comportamento e non usare quello inconsciamente ereditato e educato. Qui entrano in gioco tecniche teatrali, conoscenze di psicologia e di conduzione degli uomini tutti argomenti interessanti che divertono, ma sono volti a formare personalità spiritualmente forti, indipendenti e capaci di guidare se stessi, la famiglia ed avere successi professionali.
Per i professionisti le discipline di “requirement eliciting” e “requirement engineering”, cioè “l'ingegneria delle richieste” – creatività applicata alla progettazione tecnica – sono un must.
(c) Creative commons Giorgio Misuri 2008
sabato, novembre 29, 2008
giovedì, novembre 27, 2008
Lavoro fungibile
Informazione al potere
gmisuri@tiscali.it
Mi sono imbattuto nella parola “fungibile” mentre ero alla RAI per una trasmissione e come molte persone poco familiari col burocratese ho dovuto subito ricorrere al vocabolario.
Un bene fungibile è un bene che si può sostituire con un altro così come un impiegato “fungibile” può essere sostituito senza problemi.
Questo mi fa pensare che ci sono persone che impiegano ore per spostarsi ogni giorno per recarsi al lavoro, ma che essendo “fungibili” potrebbero scambiarsi il posto di lavoro con un altro molto più vicino.
Beppe Grillo con la solita rabbiosa indignazione gridava che era inutile trasportare biscotti americani in Europa ed esportare biscotti europei in America: bastava scambiarsi le ricette!
Spostare le informazioni invece delle cose e le persone. Ecco un'idea!
Negli ultimi cinquanta anni, grazie ai computer, le informazioni circolano con la velocità della luce e tante cose che una volta erano impossibili oggi diventano fattibili. Le città attrezzate con mezzi pubblici che circolano regolarmente e paline elettroniche che danno i tempi di attesa hanno molto meno bisogno di spostamenti in macchina.
A Genova si sta studiando di introdurre un sistema elettronico per il controllo del trasporto merci in città. L'idea generatrice è che il trasporto è gratuito fintanto che il sistema stradale lo può sopportare, ma ogni eccesso deve essere a pagamento. Ogni trasportatore ha diritto ad un certo numero di accessi alla città e può cedere il suo diritto ad altri con un sistema simile alle “carte di credito”. Naturalmente la cosa è possibile perché gli accessi sono controllati, c'è un sistema di semafori sincronizzati con dati in tempo reale sui flussi di veicoli disponibili non solo via radio, ma anche su palmari via internet.
Si conoscono i problemi della giustizia: è troppo lenta! Se la elettronizziamo - come si sta facendo - sarà molto più veloce, ma si risolve solo una parte dei suoi problemi.
La differenza tra la burocrazia di cento anni fa e quella odierna è che allora i servizi erano destinati a grandi categorie di persone con necessità di certificazioni e bolli. Oggi la burocrazia ha accesso ai dati anagrafici ed economici del singolo cittadino e tutta la natura dei servizi può essere calibrata non sul bisogno globale della categoria, ma su quelli del singolo.
La differenza è abissale. Prima si poteva parlare di politica promettendo “una società in cui ognuno dia secondo le sue capacità e riceva secondo i suoi bisogni”, era un programma meraviglioso! Oggi non è più possibile, con l'informatica si possono calcolare i bisogni e il politico deve tenerne conto. La politica che parla col linguaggio di cento anni fa diffonde illusioni che fanno comodo per raccogliere consenso acritico e gestire la cosa pubblica pro domo propria.
Fare una proposta politica fondata sui dati disponibili è un lavoro scientifico ed abbiamo troppo pochi politici all'altezza di questo compito.
L' E-government, il governo gestito elettronicamente sta diventando una realtà. Richiede una mentalità diversa. Occorre “fantasia al potere”, ma una fantasia basata su dati solidi elaborati scientificamente. D'altra parte la facilità di accesso ai nostri dati sensibili invade pericolosamente la nostra “privacy”. A questo proposito mi viene in mente un celebre verso di Majakovskij:
La mia polizia mi difende
ma sulla sua strada Majakovskij incontrò il KGB. La pervasività dell'informazione gestita elettronicamente richiede una grande fiducia nelle istituzioni, nell'onestà, l'incorruttibilità, la dedizione dei governanti.
Oggi come cent'anni fa!
© Creative Commons Giorgio Misuri 2008
http://stores.lulu.com/giorgiomisuri
gmisuri@tiscali.it
Mi sono imbattuto nella parola “fungibile” mentre ero alla RAI per una trasmissione e come molte persone poco familiari col burocratese ho dovuto subito ricorrere al vocabolario.
Un bene fungibile è un bene che si può sostituire con un altro così come un impiegato “fungibile” può essere sostituito senza problemi.
Questo mi fa pensare che ci sono persone che impiegano ore per spostarsi ogni giorno per recarsi al lavoro, ma che essendo “fungibili” potrebbero scambiarsi il posto di lavoro con un altro molto più vicino.
Beppe Grillo con la solita rabbiosa indignazione gridava che era inutile trasportare biscotti americani in Europa ed esportare biscotti europei in America: bastava scambiarsi le ricette!
Spostare le informazioni invece delle cose e le persone. Ecco un'idea!
Negli ultimi cinquanta anni, grazie ai computer, le informazioni circolano con la velocità della luce e tante cose che una volta erano impossibili oggi diventano fattibili. Le città attrezzate con mezzi pubblici che circolano regolarmente e paline elettroniche che danno i tempi di attesa hanno molto meno bisogno di spostamenti in macchina.
A Genova si sta studiando di introdurre un sistema elettronico per il controllo del trasporto merci in città. L'idea generatrice è che il trasporto è gratuito fintanto che il sistema stradale lo può sopportare, ma ogni eccesso deve essere a pagamento. Ogni trasportatore ha diritto ad un certo numero di accessi alla città e può cedere il suo diritto ad altri con un sistema simile alle “carte di credito”. Naturalmente la cosa è possibile perché gli accessi sono controllati, c'è un sistema di semafori sincronizzati con dati in tempo reale sui flussi di veicoli disponibili non solo via radio, ma anche su palmari via internet.
Si conoscono i problemi della giustizia: è troppo lenta! Se la elettronizziamo - come si sta facendo - sarà molto più veloce, ma si risolve solo una parte dei suoi problemi.
La differenza tra la burocrazia di cento anni fa e quella odierna è che allora i servizi erano destinati a grandi categorie di persone con necessità di certificazioni e bolli. Oggi la burocrazia ha accesso ai dati anagrafici ed economici del singolo cittadino e tutta la natura dei servizi può essere calibrata non sul bisogno globale della categoria, ma su quelli del singolo.
La differenza è abissale. Prima si poteva parlare di politica promettendo “una società in cui ognuno dia secondo le sue capacità e riceva secondo i suoi bisogni”, era un programma meraviglioso! Oggi non è più possibile, con l'informatica si possono calcolare i bisogni e il politico deve tenerne conto. La politica che parla col linguaggio di cento anni fa diffonde illusioni che fanno comodo per raccogliere consenso acritico e gestire la cosa pubblica pro domo propria.
Fare una proposta politica fondata sui dati disponibili è un lavoro scientifico ed abbiamo troppo pochi politici all'altezza di questo compito.
L' E-government, il governo gestito elettronicamente sta diventando una realtà. Richiede una mentalità diversa. Occorre “fantasia al potere”, ma una fantasia basata su dati solidi elaborati scientificamente. D'altra parte la facilità di accesso ai nostri dati sensibili invade pericolosamente la nostra “privacy”. A questo proposito mi viene in mente un celebre verso di Majakovskij:
La mia polizia mi difende
ma sulla sua strada Majakovskij incontrò il KGB. La pervasività dell'informazione gestita elettronicamente richiede una grande fiducia nelle istituzioni, nell'onestà, l'incorruttibilità, la dedizione dei governanti.
Oggi come cent'anni fa!
© Creative Commons Giorgio Misuri 2008
http://stores.lulu.com/giorgiomisuri
domenica, novembre 23, 2008
SUPERSTIZIONE MODERNA
Giulio Verne, in un suo romanzo, racconta di alcuni esploratori che mostravano a degli indigeni come la bussola puntasse sempre verso la croce del sud. Dopo la meraviglia, questi chiesero come funzionava, ma non riuscivano a capire niente di campo magnetico e altre diavolerie. Non sapendo come fare, infine gli esploratori spiegarono che nella bussola c'era un folletto e allora tutto divenne chiaro.
Noi ridiamo di queste cose. Ma il nostro cervello non è differente da quello dei selvaggi, non è differente nemmeno da quello del cacciatore di ottomila anni fa. C'è stata un'evoluzione culturale, ma non biologica. Crediamo con la stessa ingenuità a tutte le meraviglie della nostra tecnologia e le paure dei fantasmi e dei diavoli sono state sostituite dalle paure delle radiazioni, delle biotecnologie e della chimica.
Siamo tutti istruiti, ma quanto ne sappiamo di fisica nucleare per giudicare se l'esperimento del CERN può generare un buco nero? Solo dall'autorità degli scienziati. Esattamente come i selvaggi davanti all'autorità degli esploratori che sapevano come comandare i folletti!
Le vecchie superstizioni sono state sostituite da nuove che definiamo “razionali”. Cosa c'è di razionale nel credere a uno scienziato? Soltanto la fiducia che usi il metodo scientifico e che le sue conclusioni siano verificabili oggettivamente, ma la stessa fiducia può essere carpita da un millantatore che diventa l'equivalente di uno stregone.
Non dobbiamo nemmeno ridere degli strani riti e storie tramandate dalle religioni antiche. Sono serissimi se si interpretano come un sistema empirico per correggere lo strano modo del nostro cervello di interpretare il mondo.
La nostra educazione ci illude che le nostre decisioni nascano dalla coscienza, in realtà tutto il corpo partecipa al processo decisionale. Conta la tonicità dei muscoli, la digestione e altri fattori biologici e poi le pulsioni temperamentali, la memoria e – per ultimo, ma proprio per ultimo – la coscienza; di modo che in realtà non è la coscienza che guida il corpo, ma molto spesso è il corpo che suggerisce alla coscienza la decisione da prendere. Così succede che – intelligentemente – prendiamo decisioni sbagliate.
E' semplice da spiegare, ma per correggerlo occorre riorganizzare la memoria in modo da evitare decisioni impulsive e dannose. Stregoni e maghi hanno diffuso superstizioni, le religioni, in particolare quella cristiana, parabole educative i cui buoni principi sono stati in gran parte interiorizzati dalla società laica. I regimi totalitari hanno ripreso il meccanismo diffondendo messaggi di speranza come “Proletari di tutti i paesi, unitevi!” o di rivincita “Deutchland uber alles”. Oggi il meccanismo è usato per il marketing economico e da ultimo dal marketing politico.
Siamo talmente occupati dall' attività lavorativa e immersi in una valanga di stimoli pubblicitari che non troviamo il tempo per mettere ordine nella nostra memoria; eppure è importante! Ci sono propinati messaggi per credere al tale prodotto, a tale scienziato, a tale politico e scegliamo seguendo lo stimolo e non la ragione.
Coloro che usano i computer sanno benissimo che esiste un “sistema operativo”. Si può usare il computer anche sapendo pochissime cose al riguardo, basta per fare l'essenziale: scrivere, gestire la posta, fare qualche calcolo, ma se per disgrazia o per un virus occorre conoscere uno script o una dll... Bisogna saperne di più. Allo stesso modo anche l'uomo ha un “sistema operativo” che gli permette di parlare, nutrirsi, gestire la sessualità, ma per usare a fondo tutte le risorse dell'intelligenza dovrebbe saperne di più su come il suo corpo influenza le decisioni razionali.
Se vogliamo cambiare la nostra vita personale, familiare, professionale e anche la politica, è essenziale diffondere le nozioni psicologiche essenziali su come funziona la nostra mente. Prima che per la politica è importante per sé, appunto, e per i propri rapporti familiari e di lavoro. Capito questo, le decisioni politiche saranno prese con vera coscienza.
Dato che per uscire dai condizionamenti occorre solo riorganizzare la propria memoria, si può fare in vari modi:
Usando favole, parabole, immagini, aneddoti, aforismi (il modo più antico e divertente, è una pubblicità che può essere molto positiva! Usata dal marketing economico-politico invece...)
L'esoterismo derivato da Ermete Trimegisto e rivalutato da Marsilio Ficino (misterioso e stimolante, ma anche fonte di superstizioni)
Studiando approfonditamente classici, filosofi, statisti, strateghi militari (necessita di lunghi anni di studio)
Psicologia (Spiega i perché, ma ha difficoltà a indicare come uscire dai condizionamenti)
“Ingegneria delle richieste”, il modo professionale di progettare che – dovendo costruire sistemi che funzionano – non può e non deve e essere condizionato da pregiudizi e approssimazioni.
Neuroscienze: si cominciano a comprendere i meccanismi decisionali a livello neuronale, ma c'è ancora molto da scoprire e per ora serve solo come curiosità scientifica.
Coloro che guidano economicamente, politicamente e culturalmente la nostra vita usano scientificamente la pubblicità per condizionare i nostri comportamenti economici, sociali e politici. In qualche modo programmano il nostro subcosciente, il nostro “sistema operativo”. Possiamo reagire e rispondere con coscienza (e non sub-coscienza), ma bisogna prima di tutto sapere che si può fare, volerlo fare e poi dedicare del tempo per farlo.
Noi ridiamo di queste cose. Ma il nostro cervello non è differente da quello dei selvaggi, non è differente nemmeno da quello del cacciatore di ottomila anni fa. C'è stata un'evoluzione culturale, ma non biologica. Crediamo con la stessa ingenuità a tutte le meraviglie della nostra tecnologia e le paure dei fantasmi e dei diavoli sono state sostituite dalle paure delle radiazioni, delle biotecnologie e della chimica.
Siamo tutti istruiti, ma quanto ne sappiamo di fisica nucleare per giudicare se l'esperimento del CERN può generare un buco nero? Solo dall'autorità degli scienziati. Esattamente come i selvaggi davanti all'autorità degli esploratori che sapevano come comandare i folletti!
Le vecchie superstizioni sono state sostituite da nuove che definiamo “razionali”. Cosa c'è di razionale nel credere a uno scienziato? Soltanto la fiducia che usi il metodo scientifico e che le sue conclusioni siano verificabili oggettivamente, ma la stessa fiducia può essere carpita da un millantatore che diventa l'equivalente di uno stregone.
Non dobbiamo nemmeno ridere degli strani riti e storie tramandate dalle religioni antiche. Sono serissimi se si interpretano come un sistema empirico per correggere lo strano modo del nostro cervello di interpretare il mondo.
La nostra educazione ci illude che le nostre decisioni nascano dalla coscienza, in realtà tutto il corpo partecipa al processo decisionale. Conta la tonicità dei muscoli, la digestione e altri fattori biologici e poi le pulsioni temperamentali, la memoria e – per ultimo, ma proprio per ultimo – la coscienza; di modo che in realtà non è la coscienza che guida il corpo, ma molto spesso è il corpo che suggerisce alla coscienza la decisione da prendere. Così succede che – intelligentemente – prendiamo decisioni sbagliate.
E' semplice da spiegare, ma per correggerlo occorre riorganizzare la memoria in modo da evitare decisioni impulsive e dannose. Stregoni e maghi hanno diffuso superstizioni, le religioni, in particolare quella cristiana, parabole educative i cui buoni principi sono stati in gran parte interiorizzati dalla società laica. I regimi totalitari hanno ripreso il meccanismo diffondendo messaggi di speranza come “Proletari di tutti i paesi, unitevi!” o di rivincita “Deutchland uber alles”. Oggi il meccanismo è usato per il marketing economico e da ultimo dal marketing politico.
Siamo talmente occupati dall' attività lavorativa e immersi in una valanga di stimoli pubblicitari che non troviamo il tempo per mettere ordine nella nostra memoria; eppure è importante! Ci sono propinati messaggi per credere al tale prodotto, a tale scienziato, a tale politico e scegliamo seguendo lo stimolo e non la ragione.
Coloro che usano i computer sanno benissimo che esiste un “sistema operativo”. Si può usare il computer anche sapendo pochissime cose al riguardo, basta per fare l'essenziale: scrivere, gestire la posta, fare qualche calcolo, ma se per disgrazia o per un virus occorre conoscere uno script o una dll... Bisogna saperne di più. Allo stesso modo anche l'uomo ha un “sistema operativo” che gli permette di parlare, nutrirsi, gestire la sessualità, ma per usare a fondo tutte le risorse dell'intelligenza dovrebbe saperne di più su come il suo corpo influenza le decisioni razionali.
Se vogliamo cambiare la nostra vita personale, familiare, professionale e anche la politica, è essenziale diffondere le nozioni psicologiche essenziali su come funziona la nostra mente. Prima che per la politica è importante per sé, appunto, e per i propri rapporti familiari e di lavoro. Capito questo, le decisioni politiche saranno prese con vera coscienza.
Dato che per uscire dai condizionamenti occorre solo riorganizzare la propria memoria, si può fare in vari modi:
Usando favole, parabole, immagini, aneddoti, aforismi (il modo più antico e divertente, è una pubblicità che può essere molto positiva! Usata dal marketing economico-politico invece...)
L'esoterismo derivato da Ermete Trimegisto e rivalutato da Marsilio Ficino (misterioso e stimolante, ma anche fonte di superstizioni)
Studiando approfonditamente classici, filosofi, statisti, strateghi militari (necessita di lunghi anni di studio)
Psicologia (Spiega i perché, ma ha difficoltà a indicare come uscire dai condizionamenti)
“Ingegneria delle richieste”, il modo professionale di progettare che – dovendo costruire sistemi che funzionano – non può e non deve e essere condizionato da pregiudizi e approssimazioni.
Neuroscienze: si cominciano a comprendere i meccanismi decisionali a livello neuronale, ma c'è ancora molto da scoprire e per ora serve solo come curiosità scientifica.
Coloro che guidano economicamente, politicamente e culturalmente la nostra vita usano scientificamente la pubblicità per condizionare i nostri comportamenti economici, sociali e politici. In qualche modo programmano il nostro subcosciente, il nostro “sistema operativo”. Possiamo reagire e rispondere con coscienza (e non sub-coscienza), ma bisogna prima di tutto sapere che si può fare, volerlo fare e poi dedicare del tempo per farlo.
Gestione delle informazioni, ecobusiness e senso critico
In rete sta circolando un tam tam su l'efficacia del sistema Biowashball per lavare senza detersivo. Vi voglio esprimere i molti dubbi che ho al riguardo. Lo posto perché è un ottimo argomento per esercitare il senso critico che è la cosa più abbondante che ci sia, perché nessuno ammette di non averne.
Sorvolo la parte in cui si esaltano i vantaggi ambientali ed economici del sistema, sono stato inizialmente impressionato dal certificato Swiss Pharmacode 3769669 che lo garantisce. Era presente un mesetto fa, ma adesso è stato sostituito da test di un laboratorio coreano!
Lo Swiss Pharmacode non è un ente governativo, i soci sono:
Non avendo ritrovato dopo un mese la citazione dello Swiss Pharmacode, penso che abbiano dovuto ritirarlo.
Nel sito è rimasta invece questa perla. Cito:
Se veramente "disgregano le molecole d'idrogeno" si meritano un premio Nobel. Comunque i “potenti raggi infrarossi” non sono altro che calore. Per avere effetto dovrebbero scaldare l'acqua a cento gradi e tutti i microbi dovrebbero andare a lessarsi e farsi maciullare tra le palline contenute nella sfera.
La spiegazione del funzionamento prosegue con parole poco comprensibili ai non specialisti ma di grande effetto.
Il materiale riportato è ampiamente sufficienti per dare un'opinione!
A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca:
La pallina costa €35. Centomila palline vendute con pubblicità quasi gratuita grazie al tam tam fanno 350.000€ di fatturato con più del 50% di profitto.
L'acqua, di per sé, è detergente e – pallina o no – il bucato esce più pulito di quando è entrato. Questo basterà per illudere quelli che l'hanno comprato che è un portento anche se non soddisfacente al 100%. Mi asseriscono (e ci credo) che una o due palline da tennis hanno lo stesso effetto del biowashball.
Il risultato è che non comprerò quell'aggeggio e invito alla prudenza nel diffondere la notizia.
Ho fatto questa analisi per invitare a fare molta attenzione a divulgare leggende metropolitane. La giusta passione che abbiamo per salvare l'ambiente è naturalmente sfruttata da furbi che poi discreditano gli onesti.
(c) creative commons Giorgio misuri
Sorvolo la parte in cui si esaltano i vantaggi ambientali ed economici del sistema, sono stato inizialmente impressionato dal certificato Swiss Pharmacode 3769669 che lo garantisce. Era presente un mesetto fa, ma adesso è stato sostituito da test di un laboratorio coreano!
Lo Swiss Pharmacode non è un ente governativo, i soci sono:
The Associations of the Pharmaceutical Industry in Switzerland:
SGCI Chemie Pharma Schweiz (Swiss Society of Chemical Industries / Schweizerische Gesell-
schaft für Chemische Industrie / Société Suisse des Industries Chimiques),
ASSGP (Swiss Association of Manufacturers of Non Prescription Medicines / Schweizerischer
Fachverband der Hersteller rezeptfreier Heilmittel / Association Suisse des Fabricants de Médi
caments non soumis à la Prescription)3,
Intergenerika (Association of the Generic Medicines Manufactures in Switzerland / Verband der
Generikahersteller in der Schweiz / Union Suisse des Fabricants de Génériques),
Interpharma (Swiss Pharmaceutical Research Companies / Verband der forschenden phar-
mazeutischen Firmen der Schweiz / Association des Maisons Suisses de Recherche Pharma-
ceutique) and vips (Vereinigung Pharmafirmen in der Schweiz / Association des entreprises pharmaceutiques en Suisse)
Non avendo ritrovato dopo un mese la citazione dello Swiss Pharmacode, penso che abbiano dovuto ritirarlo.
Nel sito è rimasta invece questa perla. Cito:
Sono i potenti raggi infrarossi emessi dalle ceramiche della Biowashball che disgregano le molecole d'idrogeno dell'acqua per aumentare il movimento molecolare. Questa azione dona all’acqua una grande capacità di penetrazione e aumenta il suo potere lavante.(Verificato il 22/11/08)
Se veramente "disgregano le molecole d'idrogeno" si meritano un premio Nobel. Comunque i “potenti raggi infrarossi” non sono altro che calore. Per avere effetto dovrebbero scaldare l'acqua a cento gradi e tutti i microbi dovrebbero andare a lessarsi e farsi maciullare tra le palline contenute nella sfera.
La spiegazione del funzionamento prosegue con parole poco comprensibili ai non specialisti ma di grande effetto.
Il materiale riportato è ampiamente sufficienti per dare un'opinione!
A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca:
La pallina costa €35. Centomila palline vendute con pubblicità quasi gratuita grazie al tam tam fanno 350.000€ di fatturato con più del 50% di profitto.
L'acqua, di per sé, è detergente e – pallina o no – il bucato esce più pulito di quando è entrato. Questo basterà per illudere quelli che l'hanno comprato che è un portento anche se non soddisfacente al 100%. Mi asseriscono (e ci credo) che una o due palline da tennis hanno lo stesso effetto del biowashball.
Il risultato è che non comprerò quell'aggeggio e invito alla prudenza nel diffondere la notizia.
Ho fatto questa analisi per invitare a fare molta attenzione a divulgare leggende metropolitane. La giusta passione che abbiamo per salvare l'ambiente è naturalmente sfruttata da furbi che poi discreditano gli onesti.
(c) creative commons Giorgio misuri
venerdì, novembre 07, 2008
Sarò breve
L’oratore
T’hanno incastrato, t’hanno inchiodato,
tu l’hai voluto, ci sei caduto,
or ti dimeni, più non ti freni,
ti manca l’aria, hai l’orticaria,
tu vuoi uscire, devi sorbire,
discorsi solenni, verità perenni
e l’oratore, senza pudore,
fraseggia, traccheggia,
volta, e rivolta,
concetti, perfetti,
logica profonda,
patologica... ma feconda!
Tu vuoi che smetta, hai tanta fretta,
ma come parla... Ih! Come ciarla,
quando finisci, dai... compatisci
(e l’oratore, senza pudore…
ecc. ecc.)
Ecco, s’è calmato, oddio ha finito,
sogno beato, momento ambito,
che emozione!
La CON-CLU-SIO-NE!
E il professore...
(fa una pausa, tossicchia, aggiusta il microfono)
e con voce greve continua… “Sarò breve!”
T’hanno incastrato, t’hanno inchiodato,
tu l’hai voluto, ci sei caduto,
or ti dimeni, più non ti freni,
ti manca l’aria, hai l’orticaria,
tu vuoi uscire, devi sorbire,
discorsi solenni, verità perenni
e l’oratore, senza pudore,
fraseggia, traccheggia,
volta, e rivolta,
concetti, perfetti,
logica profonda,
patologica... ma feconda!
Tu vuoi che smetta, hai tanta fretta,
ma come parla... Ih! Come ciarla,
quando finisci, dai... compatisci
(e l’oratore, senza pudore…
ecc. ecc.)
Ecco, s’è calmato, oddio ha finito,
sogno beato, momento ambito,
che emozione!
La CON-CLU-SIO-NE!
E il professore...
(fa una pausa, tossicchia, aggiusta il microfono)
e con voce greve continua… “Sarò breve!”
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