giovedì, novembre 27, 2008

Lavoro fungibile

Informazione al potere
gmisuri@tiscali.it

Mi sono imbattuto nella parola “fungibile” mentre ero alla RAI per una trasmissione e come molte persone poco familiari col burocratese ho dovuto subito ricorrere al vocabolario.

Un bene fungibile è un bene che si può sostituire con un altro così come un impiegato “fungibile” può essere sostituito senza problemi.

Questo mi fa pensare che ci sono persone che impiegano ore per spostarsi ogni giorno per recarsi al lavoro, ma che essendo “fungibili” potrebbero scambiarsi il posto di lavoro con un altro molto più vicino.

Beppe Grillo con la solita rabbiosa indignazione gridava che era inutile trasportare biscotti americani in Europa ed esportare biscotti europei in America: bastava scambiarsi le ricette!

Spostare le informazioni invece delle cose e le persone. Ecco un'idea!

Negli ultimi cinquanta anni, grazie ai computer, le informazioni circolano con la velocità della luce e tante cose che una volta erano impossibili oggi diventano fattibili. Le città attrezzate con mezzi pubblici che circolano regolarmente e paline elettroniche che danno i tempi di attesa hanno molto meno bisogno di spostamenti in macchina.

A Genova si sta studiando di introdurre un sistema elettronico per il controllo del trasporto merci in città. L'idea generatrice è che il trasporto è gratuito fintanto che il sistema stradale lo può sopportare, ma ogni eccesso deve essere a pagamento. Ogni trasportatore ha diritto ad un certo numero di accessi alla città e può cedere il suo diritto ad altri con un sistema simile alle “carte di credito”. Naturalmente la cosa è possibile perché gli accessi sono controllati, c'è un sistema di semafori sincronizzati con dati in tempo reale sui flussi di veicoli disponibili non solo via radio, ma anche su palmari via internet.

Si conoscono i problemi della giustizia: è troppo lenta! Se la elettronizziamo - come si sta facendo - sarà molto più veloce, ma si risolve solo una parte dei suoi problemi.

La differenza tra la burocrazia di cento anni fa e quella odierna è che allora i servizi erano destinati a grandi categorie di persone con necessità di certificazioni e bolli. Oggi la burocrazia ha accesso ai dati anagrafici ed economici del singolo cittadino e tutta la natura dei servizi può essere calibrata non sul bisogno globale della categoria, ma su quelli del singolo.

La differenza è abissale. Prima si poteva parlare di politica promettendo “una società in cui ognuno dia secondo le sue capacità e riceva secondo i suoi bisogni”, era un programma meraviglioso! Oggi non è più possibile, con l'informatica si possono calcolare i bisogni e il politico deve tenerne conto. La politica che parla col linguaggio di cento anni fa diffonde illusioni che fanno comodo per raccogliere consenso acritico e gestire la cosa pubblica pro domo propria.

Fare una proposta politica fondata sui dati disponibili è un lavoro scientifico ed abbiamo troppo pochi politici all'altezza di questo compito.

L' E-government, il governo gestito elettronicamente sta diventando una realtà. Richiede una mentalità diversa. Occorre “fantasia al potere”, ma una fantasia basata su dati solidi elaborati scientificamente. D'altra parte la facilità di accesso ai nostri dati sensibili invade pericolosamente la nostra “privacy”. A questo proposito mi viene in mente un celebre verso di Majakovskij:


La mia polizia mi difende


ma sulla sua strada Majakovskij incontrò il KGB. La pervasività dell'informazione gestita elettronicamente richiede una grande fiducia nelle istituzioni, nell'onestà, l'incorruttibilità, la dedizione dei governanti.
Oggi come cent'anni fa!

© Creative Commons Giorgio Misuri 2008
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